mercoledì 10 aprile 2024

Per la sanità in Italia si spende meno rispetto ad altri Paesi

 

Il sistema sanitario pubblico in Italia viene, o meglio, veniva considerato un modello per molti Paesi europei ed extraeuropei. Tale valutazione sta venendo meno anche perché la spesa sanitaria pubblica in Italia è, attualmente, inferiore rispetto a quanto avviene in diversi importanti Paesi europei.

I dati più significativi sono quelli relativi al rapporto tra spesa sanitaria pubblica e Pil.

Secondo una relazione della sezione Autonomie della Corte dei Conti, nel 2022 quel rapporto assumeva in Italia un  valore pari al 6,8%, contro i valori, decisamente più elevati della Germania (10,9%), della Francia (10,3%) e del Regno Unito (9,3%).

I valori assoluti sono meno significativi per i confronti internazionali ma comunque degni di attenzione.

La spesa pubblica italiana per la sanità oscilla intorno ai 131 miliardi di euro, contro i 427 della Germania, i 271 della Francia e i 230 del Regno Unito.

Inoltre, tra il 2016 e il 2022, la spesa sanitaria pubblica in Italia è cresciuta del 6,6%, mentre, nei tre Paesi anche prima considerati, quella spesa è aumentata molto di più, con valori compresi tra il 24,8% e il 25,4%.

Ancora, la spesa sanitaria pubblica per abitante era pari, nel 2022, a 3.255 dollari, in Italia, il 47% di quella tedesca, 6.930 dollari, e il 57,9% di quella francese, 5.622.

Di conseguenza gli italiani pagano, privatamente, per la sanità, il 21,4% della spesa sanitaria complessiva, mentre i tedeschi pagano l’11%, gli inglesi il 13,5% e i francesi, addirittura, l’8,9%.

Tali dati dimostrano ampiamente che hanno ragione quanti sostengono che la spesa sanitaria pubblica in Italia debba essere aumentata, rapidamente, in misura consistente.

Altrimenti è a rischio la stessa sopravvivenza, almeno nelle forme che fino ad ora conosciamo, del sistema sanitario pubblico italiano.

E sempre di più gli italiani saranno costretti a ricorrere al privato, per la sanità, e coloro che non saranno in grado di farlo, per le loro ridotte disponibilità economiche, dovranno rinunciare a curarsi, come del resto già avviene.

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