Con il “focus” realizzato dal Censis e dalla
Confcooperative “Lo shock epocale: imprese e lavoro alla prova
della ‘lockdown economy’ viene analizzato lo stato dell’economia italiana.
Maurizio
Gardini, presidente di Confcooperative, ha riassunto così il quadro che si
profila per l’economia italiana commentando i risultati del focus: “L’economia
italiana inchioda e occorreranno 2 anni prima di poter ritornare ai livelli di
Pil e di crescita stimata fino allo scorso gennaio.
In
condizioni di urgenza straordinaria il sistema necessita di misure
straordinarie, coraggiose e soprattutto veloci che consentano di non spegnere i
motori, altrimenti rischiamo, quando sarà passata l’emergenza, di lasciare sul
tappeto 1 milione di imprese”.
“Nonostante
tutto - ha continuato Gardini - va visto il bicchiere mezzo pieno, perché le
giuste misure di contenimento del coronarivus non hanno bloccato l’intera
economia.
Poco
più di metà delle imprese e dei loro lavoratori non si sono fermati.
In
qualche modo la fase 2 parte da qui, ma va alimentata con coraggio e decisione.
Vanno
tenuti accesi i motori del sistema imprenditoriale per consentire la ripartenza
appena sarà possibile e cercare il rimbalzo necessario per il nostro Pil.
In caso
contrario rischiamo di uscire da questo lockdown lasciando sul tappeto almeno
il 20% delle imprese, poco meno di 1 milione di piccole e medie imprese, con
conseguenze indescrivibili in termini di fatturato, occupazione e tenuta
sociale del Paese
E
Gardini ha aggiunto: “Posta l’emergenza sanitaria abbiamo due
fronti su cui lavorare, quello europeo e quello italiano.
Partiamo
da casa nostra, il tema prioritario è il credito.
Occorrono
meccanismi che garantiscano liquidità immediata a tutte le imprese che, dalle
più piccole alle più grandi, sono in difficoltà.
Per l’export,
a esempio, è a rischio un valore di 280 miliardi pari al 65,8% del valore
complessivo.
Ecco perché le misure del governo devono consentire
alle banche di essere immediatamente operative con istruttorie con tempi
record, degne dei periodi di emergenza, superando il cronico problema della
burocrazia che rallenta ogni processo.
E a
proposito di liquidità, vanno saldati tutti i debiti della Pubblica
Amministrazione.
Siamo
maglia nera in Europa, è il minimo che si possa fare: 53 miliardi dovuti dallo
Stato alle imprese che non possono continuare a fare da cassa allo Stato e agli
enti locali. Solo le cooperative sociali e quelle di produzione lavoro e
servizi hanno crediti per circa 2 miliardi di euro.
Questa
è una sfida che si può vincere solo con l’Europa che in caso di sconfitta
rischia molto più di una grave depressione economica, rischia di veder morire
quel sogno chiamato Europa.
E qui
arriviamo al secondo fronte.
Da
questo shock epocale usciremo vincitori solo con un’Europa unita e solidale.
E’ indispensabile
l’emissione di bond europei che non pesino sul debito dei singoli Paesi e siano
finalizzati a supportare le economie degli stati membri. Non è un discorso di ‘falchi’
contro ‘colombe’.
Gli
effetti del Covid 19 sono insostenibili per i singoli Paesi. Anche per
quelli che lucrano grazie a imprese che spostano ad Amsterdam la propria sede
legale per un fisco di favore.
Ricordiamo
che le cooperative non delocalizzano, ma creano lavoro e ricchezza in Italia.
Erogano servizi in Italia. Pagano le tasse in Italia”.
Ha poi
sottolineato Gardini: “In questa fase c’è da evidenziare il ruolo della
cooperazione che nel welfare, con le cooperative sociali e sanitarie, in prima
linea, eroga servizi a 6 milioni di persone fragili; le cooperative di
produzione lavoro e servizi impegnate nel trasporto valori, merci e persone,
nelle pulizie degli uffici della Pubblica Amministrazione e nella sanificazione
degli ospedali e nella vigilanza.
Le
cooperative della filiera agroalimentare e le cooperative di distribuzione al
consumo e al dettaglio che non stanno mancando di rifornire le tavole degli
italiani.
Insomma
le cooperative stanno dando un contributo fondamentale alla tenuta del fronte.
Senza le cooperative avremmo avuto condizioni di maggiore criticità nei servizi
alle persone e alle comunità”.