Nel
Pnnr italiano non è prevista solo la realizzazione di investimenti in diversi
settori ma anche l’attuazione di alcune riforme che dovrebbero consentire
l’aumento del prodotto potenziale e la cui assenza rappresenta un limite alla
crescita economica.
Quindi, se fossero davvero attuate le riforme proposte, anche in questo modo si otterrebbe un aumento del Pil, in forma strutturale.
Di tali riforme, però, sui media ci si occupa poco e l’attenzione è rivolta soprattutto su quali investimenti dovranno essere realizzati e in quali tempi.
Invece occorrerebbe preoccuparsi della situazione di alcune riforme la cui attuazione da anni incontra molti ostacoli.
L’esempio più evidente riguarda la necessità di sviluppare la concorrenza.
L’Italia è la patria delle corporazioni le quali, spesso se non sempre, impongono gli ostacoli più importanti affinchè la concorrenza su diversi mercati si accresca, come necessario.
Tre casi sono eclatanti, le concessioni balneari, le regole riguardanti le licenze per i taxi e quelle per il commercio ambulante.
In primo luogo, sembra ancora molto lontano il momento in cui sarà possibile effettuare delle gare per l’ottenimento delle concessioni relative agli stabilimenti balneari.
Si sta ancora effettuando il cosiddetto monitoraggio per verificare quante siano in Italia le spiagge libere e l’obiettivo di chi si oppone alle gare è dimostrare che le spiagge occupate dagli stabilimenti siano una parte limitata rispetto al totale delle spiagge.
Ma i dati preliminari dell’indagine promossa dal governo sono in contrasto con i dati forniti dall’Istat nel senso che i primi tendono a sovrastimare l’estensione delle spiagge libere, considerando tali, ad esempio, anche quelle rocciose.
Quindi, addirittura, c’è chi vorrebbe arrivare alla conclusione che poiché ci sono molte spiagge libere ha poco senso procedere all’effettuazione di gare per le concessioni balneari.
Peraltro, anche se fosse dimostrato, e ritengo che non lo si possa fare, che le spiagge “private” fossero una parte minoritaria del totale delle spiagge non vedo perché non si debba procedere comunque alle gare per le concessioni balneari.
Per il commercio ambulante il governo non intende, per ora, come indicato anche dall’Autorità antitrust, imporre ai Comuni l’effettuazione di gare annuali.
Sulle concessioni delle licenze ai tassisti, per il momento il governo non vuole prevedere l’obbligo per i Comuni di aumentare considerevolmente il numero delle licenze, nonostante il fatto che nei mesi passati, soprattutto nei Comuni più grandi, è stata dimostrata la carenza di taxi che ha determinato lunghe attese per coloro che intendevano usufruire del loro servizio.
Inoltre un aumento della concorrenza dovrebbe riguardare anche altri settori, come quello dei professionisti, per i quali sarebbe necessario, come avviene negli altri Paesi, abolire l’esame di stato.
Un generale sviluppo della concorrenza, oltre a consentire l’erogazione di servizi più efficienti, rendere possibile anche una riduzione dei prezzi.
Ma, si sa, lo ripeto, l’Italia è la patria delle corporazioni…