Recentemente diversi
esponenti del nuovo governo hanno proposto di rendere possibile un maggiore
utilizzo del contante nei pagamenti, allentando così le restrizioni attualmente
esistenti. Tale eventualità è stata criticata da molti osservatori, i quali hanno
rilevato che in questo modo si sarebbe favorita l’evasione fiscale e, più in
generale, le attività economiche illegali ed anche quelle criminali.
Uno studio di alcuni ricercatori della Banca d’Italia,
Guerino Ardizzi, Pierpaolo De Franceschis, Michele Giammatteo, sembra
avvalorare tali critiche.
Nello studio in questione è stato utilizzato un modello
econometrico per identificare le anomalie nell’utilizzo di contante a livello
comunale potenzialmente riconducibili ad attività criminali. L’analisi ha
riguardato 6.810 comuni italiani.
L’utilizzo del contante è stato misurato dalla quota dei
versamenti in contante rispetto al totale dei versamenti a livello comunale.
L’ipotesi di base del modello è che l’utilizzo di contante
abbia una componente strutturale o “fisiologica” e una componente “illegale”
connessa alla presenza di attività criminali.
L’insieme di variabili esplicative, relativo alla componente
“illegale”, è costituito da due indicatori di criminalità, rappresentati dal numero
di denunce relative alle due categorie di reati comunemente considerate in
letteratura: “enterprise syndicate crimes” e “power syndicate crimes”.
Il primo gruppo ricomprende i reati connessi a scambi
illeciti di beni e servizi, che prevedono un accordo tra le parti coinvolte
(gli specifici reati considerati sono il traffico di droga, lo sfruttamento
della prostituzione e la ricettazione), mentre il secondo si riferisce alle
attività delittuose collegate al controllo del territorio da parte della criminalità
organizzata (come le estorsioni).
Le attività illegali sono di norma a elevata intensità di
contante e quindi la relazione attesa tra la variabile oggetto di studio e gli
indicatori di criminalità è positiva.
Infine, è stato inserito nel modello un indicatore
dell’economia sommersa (il numero pro-capite di società operanti
nell’edilizia), con l’obiettivo di distinguere le attività irregolari da quelle
criminali.
Le dimensioni del settore edile sono comunemente utilizzate
in letteratura come indicatore dell’economia sommersa, in quanto si tratta di
uno dei settori (insieme, ad esempio, all’agricoltura) che registrano di norma
un’elevata incidenza di lavoratori non dichiarati.
La relazione attesa con l’utilizzo di contante è, anche in
questo caso, di segno positivo
Le principali evidenze derivanti dall’utilizzo del modello
econometrico citato sono le seguenti.
Il legame tra gli indicatori di criminalità e l’uso del
contante è risultato essere positivo: maggiore è il numero di reati pro-capite,
più elevata è, a parità di condizioni, la quota di versamenti di contante
osservata nei comuni.
In proposito, è stato stimato che un aumento dell’1% del
numero pro-capite dei reati di tipo enterprise corrisponde, in media all’anno
per comune, a un incremento di circa 4 milioni di euro di versamenti in
contanti; analogamente, uno stesso aumento nei reati di tipo power è associato
a un incremento medio di circa 2 milioni di euro di versamenti in contanti.
Poi, l’uso di contante è risultato correlato positivamente
con l’indicatore di economia sommersa, come atteso.
L’analisi empirica del nesso tra incidenza del contante e
segnalazioni di operazioni sospette ha, inoltre, confermato il ruolo
segnaletico del contante rispetto all’attività di riciclaggio.
Infine, può essere utile rilevare che le province a maggiore
rischio per i reati di tipo power sono risultate essere concentrate nel Sud,
dove il controllo criminale del territorio tende a essere più capillare.
Se si considerano le dimensioni assolute dei flussi
coinvolti, sono emerse però tra le province a maggiore rischio anche quelle
corrispondenti a importanti città settentrionali, come Milano e Torino.
Per quanto riguarda i reati di tipo enterprise, invece, la
distribuzione delle province ad alto rischio è apparsa maggiormente diffusa sul
territorio nazionale e tra queste diverse province del Settentrione.