Nel
2023 il valore dell’economia della bellezza si è notevolmente sviluppato (+19%
rispetto al 2022) e lo ha fatto in misura maggiore rispetto al resto del
sistema produttivo italiano. Questo dato è contenuto nell’edizione 2024 del
rapporto “Economia della bellezza”, realizzato dal centro studi di Banca Ifis.
Il valore complessivo di tale comparto dell’economia italiana era pari, nel 2023, a 595 miliardi di euro.
Ma cosa si intende per “economia della bellezza”?
E’ un settore del made in Italy, che spazia dal manifatturiero al turismo culturale e paesaggistico, dal patrimonio storico-artistico all’artigianato.
E il suo contributo sul Pil italiano era nel 2023 addirittura pari al 29,2%.
Ciò dimostra la sua notevole importanza per il nostro Paese.
La sua crescita quindi è stata intensa, in particolare, nei comparti chiave della “bellezza”: nel turismo culturale e paesaggistico, così come nel settore delle imprese design-driven.
Il suo peso sul Pil italiano è aumentato, rispetto al 2022, di ben 3 punti percentuali, raggiungendo appunto nel 2023 il 29,2%.
Pertanto l’economia della bellezza può essere considerata il motore dell’intera economia italiana.
Il comparto della bellezza ha contribuito in modo importante alla crescita dell’intero Sistema Italia, così come, dopo il biennio pandemico, aveva contribuito alla sua ripresa.
L’incremento del valore prodotto rispetto al 2022 (+96 miliardi di euro) ha determinato il 74% della crescita (a prezzi correnti) dell’intera economia italiana ed è stato generato dai settori “pilastro” dell’economia della bellezza, come evidenzia l’analisi del contributo allo sviluppo: per il 91% dalle imprese design-driven, per il 20% dal turismo culturale e naturalistico, incrementi parzialmente compensati dalla decrescita del valore delle imprese purpose-driven (-11%), fortemente influenzate dall’aumento dei costi di produzione nel settore dei servizi.
Altri dati confermano la notevole importanza del settore in questione.
Le imprese artigiane contribuiscono ancora, nonostante la riduzione del loro numero, al 54% del fatturato dell’intero settore manifatturiero italiano, con circa 88 miliardi di ricavi annui nel 2023.
Il turismo culturale e paesaggistico ha segnato nel 2023 un incremento di valore aggiunto di 19 miliardi di euro.
Un ruolo notevole è stato svolto dalla moda, che nel solo mese di ottobre ha beneficiato di ben 13,5 milioni di accessi unici nei suoi siti di fashion e e-commerce e dal comparto della cosmetica, che nonostante i rincari delle materie prime provocati dall’inflazione, ha visto una crescita delle vendite specialmente grazie all’export (pari a quasi il 50% del fatturato), con riflessi positivi anche a livello occupazionale, come testimoniato dai 155.000 lavoratori dell’intera filiera.