Con il nuovo
anno si è assistito ad un aumento del numero dei femminicidi. Certo, è presto
per affermare che il 2021 sarà contraddistinto da una consistente crescita dei femminicidi.
Comunque, quanto fino ad ora avvenuto è senza dubbio molto preoccupante.
Difficile individuare le cause dell’aumento del numero dei femminicidi.
Può avere inciso la pandemia e le misure introdotte per contrastare l’emergenza sanitaria.
Ma al di là delle cause, una domanda sorge spontanea: come operare per ridurre, quanto meno, il numero dei femminicidi?
Alcuni interventi sono ben noti.
E’ necessario accrescere le denunce da parte delle donne che subiscono violenze, fisiche e non, da parte dei loro partner o da parte dei loro ex partner.
E’ necessario che le istituzioni preposte a contrastare il fenomeno, quali la magistratura e le forze dell’ordine, siano molto più attente e non sottovalutino i diversi “campanelli d’allarme” che possono costituire delle avvisaglie di possibili femminicidi.
Come in altri casi, occorre riconoscere che soprattutto le forze dell’ordine non dispongono delle risorse umane sufficienti. Però esse devono fare di più quanto sono riuscite a fare fino ad ora.
Io credo però che risultati significativi non potranno essere ottenuti se non cambia radicalmente il modo di pensare di molti uomini, la natura delle loro relazioni con le donne.
Per il futuro, sarà molto utile, ammesso che sia possibile, il ruolo della scuola nell’educare i giovani ad adottare un comportamento diverso nei loro rapporti con le donne.
Ma non si può attendere che, eventualmente, il mondo della scuola svolga anche questo compito.
Il cambiamento nell’atteggiamento degli uomini deve avvenire nel più breve tempo possibile.
E per ottenere questo obiettivo non credo che vi sia altra alternativa ad una campagna molto estesa da parte dei media proprio rivolta agli uomini.
E i media di proprietà pubblica devono essere i primi a promuovere iniziative rivolte a modificare la mentalità degli uomini.
Non sarà facile ma, quanto meno, è necessario provarci.