Vi è sempre maggiore attenzione sul fatto che nei media e, soprattutto nei
social, sono molto diffuse le “fake news”, insomma vere e proprie “bufale”. E
numerose bugie riguardano i migranti. I radicali italiani hanno realizzato un
prontuario, ideato da Emma Bonino, nel quale sono individuate 8 grandi bugie,
proprio relative ai migranti.
Di seguito, riporto le 8 “bufale” individuate in questo prontuario. E per
ognuna si spiega qual è invece la realtà.
Siamo di fronte a un’invasione
Nell’Unione Europea, su oltre 500 milioni di residenti di ogni età (510
milioni) nel 2015, solo il 7% è costituito da immigrati (35 milioni), mentre
gli autoctoni sono la stragrande maggioranza (93%, pari a 473 milioni). La
quota di stranieri varia notevolmente tra i Paesi europei (il 10% in Spagna, il
9% in Germania, l’8% nel Regno Unito e in Italia, il 7% in Francia). È curioso,
però, che i Paesi più ostili all’accoglienza degli immigrati sono quelli che ne
hanno di meno: la Croazia, la Slovacchia e l’Ungheria, ad esempio, che ne hanno circa l’1%.
Ma non c’è lavoro neanche per gli italiani, non possiamo accoglierli
Per mantenere sostanzialmente inalterata la popolazione italiana dei
15-64enni nel prossimo decennio, visto che tra il 2015 e il 2025 gli italiani
diminuiranno di 1,8 milioni, è invece necessario un aumento degli immigrati di
circa 1,6 milioni di persone: si tratta di un fabbisogno indispensabile per
compensare la riduzione della popolazione italiana in età lavorativa.
Sì, ma questi ci rubano il lavoro
Agli immigrati sono riservati solo i lavori non qualificati, in gran parte
rifiutati dagli italiani: gli stranieri non riducono l’occupazione degli
italiani, ma occupano progressivamente le posizioni meno qualificate
abbandonate dagli autoctoni, soprattutto nei servizi alla persona, nelle
costruzioni e in agricoltura: settori in cui il lavoro è prevalentemente
manuale, più pesante, con remunerazioni modeste e con contratti non stabili.
Dai dati più aggiornati del 2015, infatti, emerge che oltre un terzo degli
immigrati svolge lavori non qualificati (36% contro il 9% degli italiani).
Sarà, però ci tolgono risorse per il welfare
I costi complessivi dell’immigrazione, tra welfare e settore della
sicurezza, sono inferiori al 2% della spesa pubblica. Dopodiché, gli
stranieri sono soprattutto contribuenti: nel 2014 i loro contributi
previdenziali hanno raggiunto quota 11 miliardi, e si può calcolare che
equivalgono a 640.000 pensioni italiane. Col particolare che i pensionati
stranieri sono solo 100.000, mentre i pensionati totali oltre 16 milioni.
Comunque i rifugiati sono troppi, non c’è abbastanza spazio in Europa
Dei 16 milioni complessivi solo 1,3 milioni sono ospitati nei 28 Paesi
dell’Unione europea (8,3%), tra cui l’Italia (118.000, pari allo 0,7%). I Paesi
che ospitano il maggior numero di rifugiati nel 2015 sono la Turchia (2,5 milioni),
il Pakistan (1,6 milioni), il Libano (1,1 milioni) e la Giordania (664.000).
Certo e allora li ospitiamo negli alberghi
I centri di accoglienza straordinaria sono strutture temporanee cui il
ministero dell’Interno ha fatto ricorso, a partire dal 2014, in considerazione
dell’aumento del flusso: le prefetture, insieme alle Regioni e agli enti
locali, cercano ulteriori posti di accoglienza nei singoli territori regionali,
e quando non li trovano si rivolgono anche a strutture alberghiere. Si tratta
di una gestione straordinaria ed emergenziale, spesso criticata in primo luogo
da chi si occupa di asilo, perché improvvisata, in molti casi non conforme agli
standard minimi di accoglienza e quindi inadatta ad attuare percorsi di
autonomia. Quindi sono uno scandalo non gli alberghi, ma la mala gestione e
l’assenza di servizi forniti in quei centri improvvisati.
E diamo loro 35 euro al giorno per non fare niente
In Italia, nel 2014, sono stati spesi complessivamente per l’accoglienza
630 milioni di euro, e nel 2015 circa 1 miliardo e 162 milioni. Il costo medio
per l’accoglienza di un richiedente asilo o rifugiato è di 35 euro al giorno
(45 per i minori) che non finiscono in tasca ai migranti ma vengono erogati
agli enti gestori dei centri e servono a coprire le spese di gestione e
manutenzione, ma anche a pagare lo stipendio degli operatori che ci lavorano.
Della somma complessiva solo 2,5 euro in media, il cosiddetto “pocket money”, è
la cifra che viene data ai migranti per le piccole spese quotidiane (dalle
ricariche telefoniche alle sigarette).
Sì però i terroristi islamici stanno sfruttando i flussi migratori per fare
attentati e conquistare l’Europa
Limitando l’osservazione al terrorismo islamista, i primi 5 Paesi con la
maggiore quota di morti sono l’Afghanistan (25%), l’Iraq (24%), la Nigeria (23%), la
Siria (12%), il Niger (4%) e la Somalia (3%). Le vittime
dell’Europa occidentale rappresentano una quota residuale, inferiore all’1%. L`Italia
è terra d’immigrazione con molti cristiani ortodossi: oltre 2 milioni tra
ucraini, romeni, moldavi e altre nazionalità. Seguono circa 1 milione
e 700.000 persone di religione musulmana (compresi gli irregolari e minori),
meno di un terzo del totale degli oltre 5 milioni di stranieri in Italia. In
Europa solo il 5,8 per cento della popolazione è di religione islamica.
Mi limito ad osservare che questo prontuario dovrebbe essere ampiamente
diffuso, perché mi sembra molto utile per “smontare” le principali “bufale” che
riguardano i migranti. Forse, se ciò avvenisse, diminuirebbe anche la paura che
contraddistingue una parte consistente della popolazione europea, proprio a
causa della presenza dei migranti.