Si stanno raccogliendo le firme per una proposta di legge di iniziativa
popolare dal titolo “Nuove norme per la promozione del regolare permesso
di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non
comunitari” per superare la legge Bossi-Fini e cambiare le politiche
sull’immigrazione puntando su inclusione e lavoro.
La campagna di raccolta delle firme è stata chiamata “Ero
Straniero-L’umanità che fa bene”, ed è promossa da Radicali Italiani insieme a
Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, Acli, Arci, Asgi, Centro
Astalli, Cnca, A Buon Diritto, Cild, con il sostegno di numerose organizzazioni
impegnate sul fronte dell’immigrazione, tra cui Caritas Italiana, Fondazione
Migrantes, Comunità di Sant’Egidio e tante associazioni locali.
La campagna “Ero straniero-L’umanità che fa bene” si propone di cambiare anche
il racconto pubblico sull’immigrazione, ostaggio di pregiudizi, luoghi comuni e
vere e proprie bugie che, invece di contrastare, la politica spesso sceglie di
cavalcare per guadagnare consenso.
Ecco una sintesi dei contenuti della proposta di legge in questione.
Si introduce il permesso di soggiorno temporaneo (12 mesi) da rilasciare a
lavoratori stranieri per facilitare l’incontro con i datori di lavoro italiani
e per consentire a coloro che sono stati selezionati, anche attraverso
intermediari sulla base delle richieste di figure professionali, di svolgere i
colloqui di lavoro.
L’attività d’intermediazione tra la domanda di lavoro delle imprese
italiane e l’offerta da parte di lavoratori stranieri può essere esercitata da
tutti i soggetti pubblici e privati già indicati nella legge Biagi e nel Jobs
Act (centri per l’impiego, agenzie private per il lavoro, enti bilaterali,
università, ecc.), ai quali sono aggiunti i fondi interprofessionali, le camere
di commercio e le Onlus, oltre alle rappresentanze diplomatiche e consolari
all’estero.
Si reintroduce il sistema dello sponsor, originariamente previsto dalla
legge Turco Napolitano, anche da parte di singoli privati per l'inserimento nel
mercato del lavoro del cittadino straniero con la garanzia di risorse
finanziarie adeguate e disponibilità di un alloggio per il periodo di
permanenza sul territorio nazionale, agevolando in primo luogo quanti abbiano
già avuto precedenti esperienze lavorative in Italia o abbiano frequentato
corsi di lingua italiana o di formazione professionale.
Si prevede la regolarizzazione su base individuale degli stranieri che si
trovino in situazione di soggiorno irregolare allorché sia dimostrabile
l’esistenza in Italia di un'attività lavorativa (trasformabile in attività
regolare o denunciabile in caso di sfruttamento lavorativo) o di comprovati
legami familiari o l’assenza di legami concreti con il paese di origine, sul
modello della Spagna e della Germania.
Tale permesso di soggiorno per comprovata integrazione dovrebbe essere
rinnovabile anche in caso di perdita del posto di lavoro alle condizioni già
previste per il “permesso attesa occupazione” e nel caso in cui lo straniero,
in mancanza di un contratto di lavoro, dimostri di essersi registrato come
disoccupato, aver reso la dichiarazione di immediata disponibilità allo
svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di
politica attiva del lavoro concordate con il centro per l'impiego.
Si prevede
inoltre la possibilità di trasformare il permesso di soggiorno per richiesta
asilo in permesso di soggiorno per comprovata integrazione anche nel caso del
richiedente asilo diniegato in via definitiva che abbia svolto un percorso
fruttuoso di formazione e di integrazione.
Il riconoscimento delle qualifiche professionali deve avvenire non solo su
base del titolo acquisito all’estero, ma anche attraverso procedure di
accertamento standardizzate che permettano la verifica delle abilità e delle
competenze individuali acquisite mediante precedenti esperienze professionali.
Si prevede di ampliare il sistema Sprar puntando su un'accoglienza diffusa
capillarmente nel territorio con piccoli numeri, rafforzando il legame
territorio/accoglienza/inclusione attraverso tre azioni essenziali:
apprendimento della lingua, formazione professionale, accesso al lavoro.
Si introducono misure per aumentare, a beneficio di tutti, l'efficacia dei
centri per l'impiego, da finanziare con i fondi europei Fami (Fondo asilo
migrazione e integrazione), a partire dall'aumento del numero degli addetti e
la creazione di sportelli con operatori e mediatori specializzati nei servizi
rivolti a richiedenti asilo e rifugiati.
Ai lavoratori extracomunitari che decidono di rimpatriare definitivamente -
a prescindere da accordi di reciprocità tra l’Italia e il paese di origine - va
garantita la possibilità di conservare tutti i diritti previdenziali e di
sicurezza sociale maturati in modo che possa goderne, al verificarsi della
maturazione dei requisiti previsti dalla normativa vigente, anche in deroga al
requisito dell’anzianità contributiva minima di vent’anni. In caso di rientro
definitivo nell'ambito di progetti di rimpatrio volontario assistito, ha
facoltà di richiedere la liquidazione dell'80% dei contributi versati.
Vengono eliminate tutte le disposizioni che richiedono, per l’accesso a
molte prestazioni di sicurezza sociale (assegno di natalità, indennità di
maternità di base, sostegno all’inclusione attiva ecc.), il requisito del
permesso di lungo periodo, tornando al sistema originario previsto dall’art. 41
del T.U. immigrazione che prevedeva la parità di trattamento nelle prestazioni
per tutti gli stranieri titolari di un permesso di almeno un anno.
Sono previsti interventi legislativi a livello nazionale affinché tutte le
Regioni diano completa e uniforme attuazione a quanto previsto dalla normativa
vigente in materia di accesso alle cure per gli stranieri non iscrivibili al
Sistema sanitario nazionale (Ssn). In particolare si chiede: piena
equiparazione dei diritti assistenziali degli stranieri comunitari a quelli
degli extracomunitari, coerentemente con i Lea, e inclusa la possibilità di
iscrizione al medico di medicina generale, onde garantire la continuità delle
cure, e il riconoscimento ai minori, figli di cittadini stranieri, indipendentemente
dallo stato giuridico, degli stessi diritti sanitari dei minori italiani.
Si prevede l’elettorato attivo e passivo per le elezioni amministrative a
favore degli stranieri titolari del permesso di soggiorno per soggiornanti di
lungo periodo.
Si abolisce il reato di clandestinità, abrogando l’articolo 10-bis del
decreto legislativo 26 luglio 1998, n. 286.
Non posso che invitare tutti coloro che leggeranno questo post a firmare la
proposta di legge di iniziativa popolare qui esaminata. Infatti ne condivido
pienamente i contenuti.