Putin,
nell’ambito della guerra di aggressione da lui promossa ai danni dell’Ucraìna,
non si è limitato a provocare, tramite il suo esercito, moltissime morti di
civili, ma colpendo le infrastrutture che producono energia, sta impedendo a
una parte consistente di ucraìni di riscaldarsi, proprio ora che le temperature
scendono anche di diversi gradi sotto zero.
Ancora, ad essere colpiti sono i civili.
Proprio per questa esplicita volontà di Putin di colpire i civili, causando
molte vittime, diversi osservatori hanno paragonato Putin a Stalin.
Infatti Stalin provocò, dal 1932 al 1933, una carestia, in Ucraìna, che determinò
diversi milioni di morti, carestia denominata holodomor.
Nella seconda
metà degli anni ‘20 del del XX secolo, Stalin decise di
avviare un processo di trasformazione radicale della struttura economica e
sociale dello Stato sovietico, allo scopo di fondare un'economia e una società
completamente regolate.
L'Ucraina,
assieme ai territori meridionali russi sul mar Nero, dopo la la prima
guerra mondiale, aveva confermato la sua vocazione agricola.
Secondo il
progetto del governo, la ricchezza prodotta dall'agricoltura doveva essere
interamente reinvestita nell'industria, il nuovo motore dell'economia
pianificata.
Abbandonate
totalmente le tesi di Bucharin, anzi entrato in contrasto con lui, a
partire dal 1927 Stalin dispose che le terre venissero unificate in
cooperative agricole (kolchoz) o in aziende di Stato (sovchoz), che avevano
l'obbligo di consegnare i prodotti al prezzo fissato dallo Stato. Affinché il
processo si realizzasse compiutamente, le terre e tutta la produzione dovevano
passare sotto il controllo dello Stato.
Ma l'Ucraina
aveva una lunga tradizione di fattorie possedute individualmente. I piccoli
imprenditori agricoli (kulaki) costituivano la componente più indipendente del
tessuto sociale ed economico locale.
L'azione dello
Stato ebbe così in Ucraina effetti particolarmente drammatici.
Sulla
popolazione contadina ucraina si concentrò l'azione coercitiva dello Stato
sovietico, che non rinunciò al sistematico ricorso alla violenza per attuare il
suo piano di trasformazione della società.
La strategia fu
attuata in due periodi successivi: dal 1929 al 1932 furono varate due
misure, dette “collettivizzazione” e “dekulakizzazione”.
La prima
comportava la fine della proprietà privata della terra. Tutti gli
agricoltori dovettero trovare un impiego nelle fattorie collettive create dal
partito.
La
“dekulakizzazione” consisteva nell'eliminazione fisica o nella deportazione (nelle
regioni artiche) di milioni di contadini piccoli proprietari terrieri.
Queste misure estreme
furono prese durante la “Seconda Rivoluzione” o "Rivoluzione di
Stalin" fra il 1927-1928 e negli anni 1932-1933 furono attuate
misure governative tali da mettere in ginocchio la popolazione sopravvissuta, e per la prima volta nelle campagne ucraine il tasso di mortalità divenne
superiore a quello di natalità.
Con queste
misure il governo di Mosca aggravò la carestia (per altro prevedibile) che
nello stesso periodo colpì i territori interessati.
In pochi mesi,
la campagna ucraina, una regione storicamente molto fertile, si trasformò in
uno scenario nel quale imperversava appunto una terribile carestia.
La penuria
alimentare colpì soprattutto la popolazione che viveva nelle campagne.
La carestia è
costata milioni di vite, soprattutto perchè il sistema delle fattorie
collettive doveva restare.
Il Congresso
degli Stati Uniti ha sostenuto che la carestia 1932-1933 fu un deliberato atto
politico.
Il polacco
Raphael Lemkin utilizzò il termine genocidio, da lui inventato, per
descrivere la carestia, sostenendo che il governo sovietico l'avrebbe provocata
volontariamente per sterminare i contadini ucraini e così distruggere la
nazione e la cultura ucraina, portando a compimento, a suo dire, il piano di
russificazione del Paese da parte del partito comunista sovietico
Il congresso canadese-ucraino
del 2005 riconobbe l'Holodomor come genocidio di oltre 7 milioni di persone.
L'Unione
sovietica ha taciuto a lungo sugli effetti della carestia, cominciando a
parlarne solo negli anni '80 durante la perestrojka.
Le ricerche
accademiche stimano le vittime in Ucraina tra gli 1,5 milioni di
Wheatcroft, secondo cui non vi fu pianificazione, e i 5 milioni] di
Conquest, che ritenne la carestia una conseguenza delle politiche e delle
misure adottate da Stalin, che avrebbe potuto essere evitata se lo stesso non
avesse posto avanti gli “interessi sovietici”.
Il ministro
degli esteri ucraino dichiarò alla 61ª assemblea delle Nazioni Unite che le
vittime furono tra i 7 ed i 10 milioni.
Comunque anche
se non è certo il numero preciso delle vittime, esse furono senza dubbio
milioni e sono altrettanto indubitabili le responsabilità di Stalin.