Si
sono in gran parte conclusi i congressi di circolo in Umbria con la scontata vittoria, era l’unico
candidato rimasto, come nuovo segretario regionale di Tommaso Bori, attualmente
capogruppo del Pd in Consiglio regionale.
La
candidatura di Bori, fin da quando è stata presentata, si è rivelata altamente
“divisiva”.
Diversi
i motivi alla base delle critiche e delle opposizioni alla candidatura di Bori.
L’utilizzo
da parte sua di metodi simili a quelli usati dal precedente gruppo dirigente
del Pd umbro, responsabile dello “sfascio” del partito, al di là delle vicende
giudiziarie che spinsero alle dimissioni della Marini da presidente della
Giunta regionale, una concezione della politica, come esclusiva ricerca e
gestione del potere, anch’essa tipica del gruppo dirigente precedente, il suo
non essere un “uomo nuovo”, nonostante la giovane età (è stato consigliere
comunale a Perugia ed è consigliere regionale), avendo poi stretto un patto di
ferro con il ternano Fabio Paparelli, che faceva parte di quel gruppo dirigente
poco sopra citato.
Furono
presentate altre tre candidature, tra le quali quelle del sindaco di Narni e
del sindaco di Gualdo Tadino, candidature che sono state ritirate sia per le
modalità con le quali si è proceduto all’effettuazione dei congressi di circolo
sia per la mancanza di una soluzione unitaria relativa a tutte le problematiche
emerse dalla presentazione delle candidature e manifestatesi fino a poco tempo
prima della convocazione dei congressi.
A
mio avviso, la principale soluzione unitaria sarebbe stata rappresentata da un
ritiro della candidatura di Bori, da un suo passo indietro, per consentire
l’individuazione di un’altra candidatura che consentisse il verificarsi di
un’unità di almeno una gran parte del partito umbro.
Bori
ha insistito con la sua candidatura provocando, oggettivamente, un ulteriore
indebolimento del Pd umbro, già
fortemente indebolito sia in seguito alle vicende che portarono alle dimissioni
della Marini da presidente della Giunta regionale sia in seguito alla pesante
sconfitta subìta nelle ultime elezioni regionali.
Questo
ulteriore indebolimento del Pd umbro, provocato appunto anche da Bori, renderà
molto difficile la creazione di una forte e credibile alternativa di governo da
parte del Centrosinistra al cui interno, nonostante tutto, il principale punto
di riferimento dovrebbe essere il Pd.
Infatti
non è sufficiente che la Destra abbia governato male l’Umbria, come dimostra
tra l’altro la cattiva gestione dell’emergenza sanitaria, perché alle prossime
elezioni sia sostituita dal centrosinistra.
E’
necessaria appunto, da parte del Centrosinistra, da parte del Pd soprattutto, la
creazione di una forte e credibile alternativa di governo.
E’
probabile quindi che, con il Pd a guida Bori, ancora per molti anni il governo
della Regione dell’Umbria resterà nelle mani della Destra.
E
questo rappresenterà un notevole problema per il futuro dell’Umbria, regione
contraddistinta da notevoli difficoltà, in primo luogo economiche, che
richiederebbero un governo regionale decisamente migliore da quello attuato dalla
Destra.
Peraltro,
secondo recenti sondaggi relativi ai consensi del Centrodestra e del
Centrosinistra nelle diverse regioni, in Umbria ci sarebbe la maggiore distanza
tra il Centrodestra e il Centrosinistra, ovviamente a favore del primo.
E
a Orvieto?
Sarà
eletto un segretario comunale donna, Maria Flavia Timperi, anche lei unica
candidata.
Occorrerà
verificare in futuro se la Timperi svolgerà un ruolo positivo oppure no.
Certo
è che lei, e il gruppo dirigente che l’ha sostenuta, si sono tutti schierati a
sostegno della candidatura di Bori e questo a mio avviso, per i motivi prima
esposti, è stato un grave errore e, oggettivamente, non rappresenta un buon
inizio.
Tra
l’altro anche ad Orvieto per poter sostituire la Destra alla guida del Comune
occorre costruire un’alternativa forte e credibile, non è sufficiente che la
Destra stia governando male. Non è sufficiente, sebbene opportuno, formulare
delle critiche su questioni specifiche.
E’
necessario elaborare un progetto complessivo di sviluppo per Orvieto, intessere
stabili relazioni con le componenti più
significative della società orvietana, avvalendosi anche di competenze, interne
e esterne al Pd, “aprendo porte e finestre”, come spesso si afferma.
Sarebbe
opportuno creare un “governo ombra” che appunto formuli proposte concrete sulle
problematiche più importanti del Comune, utilizzando anche l’apporto di esterni
al Pd.
Comunque,
come sempre, saranno i fatti a dimostrare la validità o meno dell’operato della
nuova segreteria. Staremo a vedere.